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Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39
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    Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.)


    carlo
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    Messaggio Da carlo Ven Mag 13 2011, 23:23

    Fausto ha scritto:Buona Sera Carlo,
    io non sono in grado di entrare nel merito dell'articolato ed interessante argomento trattato.
    Ti chiedo solo la cortesia, se vuoi, di postare il titolo di qualche CD che ritieni di riferimento in relazione al tuo pensiero.
    Avrai capito che sono interessato a "comprendere".
    Ciao.
    sunny

    Fausto, inizio a linkarti qualcosa, più avanti passo a segnalarti qualcosa di più concreto.
    Io, per qualche decennio, sono vissuto considerando gli Etudes di Chopin nella esecuzione di Pollini il Sacro Graal dei miei luoghi della mente.
    https://www.youtube.com/watch?v=5M2PO4f5Y7k
    Esecuzione impeccabile, di una qualità tecnica non discutibile, frutto di una perfetta comprensione del testo, della sua poetica del suo essere "studio" e quindi oggetto di ricerca speculativa sul suono, sulle risonanze, sui battimenti ecc. ecc., e di una conseguente resa poetica ideale.
    Ascoltalo e riascoltalo.

    Poi ascolta questo
    https://www.youtube.com/watch?v=lOe_VjT-QrU
    Potrebbe esserci qualcosa di più diverso? qui il pianista il testo lo "ri-crea" secondo percorsi che stanno solo nella sua testa, evidenzia suoni e fraseggi che Chopin non ha scritto (non ha esplicitamente), ruba tempo qua e là, suona con differenze di tactus (densità di suoni al secondo) anche del 300% (cfr. inizio e min 2:00-2:10). La perfetta regolarità di Pollini, ancorché umanissima e non meccanica, è spazzata via.
    Cionondimeno te la sentiresti di dire che uno è nettamente migliore dell'altro?

    Stesso discorso qui, e su difficoltà esecutive ancor più spinte. Pollini apollineo, elegante e preciso come una fuoriserie, abbagliante e rotondo come una statua di Canova. Fedele al testo e devoto alle intenzioni tecniche ed espressive dell'Autore.
    https://www.youtube.com/watch?v=A3j57AdHSvg&playnext=1&list=PL1B5C57AB3FA69FF0
    Un'esecuzione che entra nei libri di storia anche questa. E a pieno titolo.

    E ora ascolta questo qua
    https://www.youtube.com/watch?v=rmayKaD52LU
    Da dove vengono quei sospiri di sirena? da dove viene quel canto ectoplasmatico in mezzo alle parti? Chopin lo ha scritto. Certamente. Era consapevole che poteva essere evidenziato con questo stile? Margulis qui non suona nessuna nota che non sia scritta, non sposta nessuna nota dal posto nella quale l'ha scritta l'Autore. Semplicemente fraseggia con un peso diverso alcuni passaggi e finisce addirittura per semplificare (di un briciolino, ovvio) anche l'esecuzione, dal momento che sbilancia leggermente la posizione della mano e di conseguenza lascia più libero il gioco-scioglilingua del medio-anulare-mignolo della mano destra.
    Quale dei due preferisci?

    Pollini interprete chopiniano è sempre un meraviglioso esempio di equilibrio fra rigoroso rispetto e profonda comprensione di un testo e resa poetico-emotiva di quel testo.
    Qui in uno Scherzo (ascolta sempre tutto):
    https://www.youtube.com/watch?v=-iM4s84TiyU&playnext=1&list=PL1B5C57AB3FA69FF0

    Ascolta ora qua (sempre da cima a fondo):
    https://www.youtube.com/watch?v=vS4msgFN1JM&playnext=1&list=PL70A21AB4C6FE7E6C
    le note sono le stesse fatte da Pollini e scritte da Chopin. Gli accenti, il metronomo, il fraseggio, i rapporti fra i piani sonori decisamente no. Nè, ad onor del vero, si tratta di intuizioni esecutive basate su indicazioni esplicitamente lasciate dall'autore. E' l'esecutore che si ritaglia uno spazio di arbitrarietà.
    Bello o no?

    E qui, il pianista che fa?
    https://www.youtube.com/watch?v=7Cy9ugfL4Qk&feature=related
    Beh, anche qui le note son quelle... ma rispetto a Pollini dove siamo finiti?

    Ciao e a presto
    C
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    Messaggio Da pluto Sab Mag 14 2011, 07:15

    Intanto benvenuto Carlo.

    Domanda: ma dove sei stato fino ad oggi? Iscritto dal 2009 e ci spari 2/3 bordate così come nulla fosse? sunny sunny

    Scherzi a parte sono contento che una voce diversa sia apparsa all'orizzonte - penso che darai del filo da torcere a tutti con le tue scelte. Comunque da parte mia ben venga la pluralità di opinioni e se questo può portare ad un sano confronto, sarà sicuramente un arricchimento x tutti.

    Se conosciamo un pochino PPP, sta già oliando la sua tastiera x risponderti con le sue idee

    Ciao
    Gian

    Ps suoni il piano?
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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 12:02

    Beh, Carlo, hai messa molta carne al fuoco.

    Prima una lunga tirata su Gould, e poi una serie di esempi su Pollini e sulle libertà testuali ( se di libertà può trattarsi, che non sempre di libertà si tratta).

    Sottolineo che anch'io ti farò osservazioni senza "peli sulla lingua", ma anch'io senza alcun intento polemico.

    L'unica cosa che ti potrei rimproverare è di avermi tacciato di banalità nelle mie asserzioni, quando io invece ho asserito trattasi di questione di gusto, non essendomi mai spinto a tacciare di banalità le tue preferenze Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 98542 . Invero di banale nelle mie opinioni c'è poco, uno può condividerle o meno, ma non tacciarle di stereotipo o di preconcetto. Lo stereotipo semmai è non poter dire male di certi artisti, che sembra siano toccati dalla divinità per elezione popolare. La critica non è mai banale, la lesa maestà lo è spesso. Quindi io, perdonami, l'invito ad ascoltare Gould senza preconcetti lo rispedisco cordialmente al mittente Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880 , sia perché ciò sottintende che io non conosco ciò di cui parlo (errore) sia perché a volte gli stessi sostenitori di un musicista hanno pregiudizi di opposta natura rispetto agli avversatori dello stesso, ma sempre pregiudizi restano, a volerli intendere in questo modo.

    Né ha molto senso parlare di Richter in rapporto a Gould: io Richter l'ho citato in quanto precursore di un recupero di Haydn che alla sua epoca cronologica, in sede concertistica, era autore dimenticato. Di fatto la presenza della musica tastieristica di Haydn nei concerti di Richter ha avuto una risonanza nella diffusione di questo autore nell'ambito tastieristico che solo oggi, purtroppo, sembra aver fornito effetti duraturi, anche grazie all'approccio filologico al testo. D'altra parte se guardi la mia valutazione al disco di Richter (espressa banalmente in un giudizio numerico) è inevitabilmente la più bassa tra tutti i dischi citati.

    Gould ebbe il merito di inventarsi al pianoforte un suono fino ad allora ignoto per l'esecuzione della letteratura pre- romantica (e quindi clavicembalistica/fortepianistica) e che ha fatto scuola (anche se alcuni parlano di voler far suonare il piano come un clavicembalo, cosa che ad alcuni pare bizzarra). Ebbe il merito di sdoganare come assolutamente eseguibili testi (ad es. le Variazioni Goldberg) che fino ad allora erano considerati "esoterici", non eseguibili in sala da Concerto, proibitivi per il pubblico. E non dico che tutto quello che ha realizzato artisticamente sia da buttare alle ortiche.

    Il discorso è un'altro. Il genio. Il genio secondo me è tale quando disvela il testo, non quando lo altera ai propri fini. Questo ti sembrerà banale - pazienza - ma è un concetto che fa parte della nostra cultura interpretativa dagli inizi del secolo scorso.

    Attenzione, però: questo discorso non ha niente a che vedere con tutte le osservazioni che tu fai sul pianismo polliniano inerente Chopin. Quando tu riprendi tutta una serie di atteggiamenti di Pollini inerentemente la lettura di Chopin, tu non stai citando il "genio" di altri pianisti rispetto alla mancanza di fantasia di Pollini, stai confrontando approcci esecutivi diversi: stai confrontando interpreti meno rigorosi nell'applicazione del concetto interpretativo neoclassico di quanto non lo sia stato Pollini, che ne ha fatto - oserei dire - una vera bibbia interpretativa.... e che è molto più interessante dal vivo però che non in disco. Le cose si complicano se in Chopin confrontiamo l'approccio neoclassico di Pollini (il testo e solo il testo) e quelle letture che fanno delle conoscenze filologiche (che prescrivono tutta una serie di libertà apparenti rispetto al testo - apparenti perché previste dallo stesso autore in sede compositiva, in quanto rispondenti alla prassi esecutiva del tempo) punto primo di partenza per le letture sia su strumento originale che su strumento moderno.

    E qui chiaramente possiamo assistere al fatto che chi è apparentemente infedele al testo (secondo le infedeltà che anche all'epoca di Chopin erano norma, basta leggere gli scritti di Chopin in merito e di chi sentì suonare Chopin) in realtà è fedele allo spirito del testo, spirito del testo che è composto dal binomio testo+prassi esecutiva prevista dall'autore. Che nella scuola ottocentesca era stato tramandato dalla tradizione e si è perso con l'affermazione del neoclassicismo. E qui c'è chi non riconosce l'importanza della prassi nella definizione di cosa è il testo (i Pollini) e di chi invece ritiene il testo "vero" sia composto da incrocio tra spartito e prassi, o tra spartito e personalità di interprete (basta sentire - per fare un esempio - lo Chopin di Horowitz per avere un altro esempio di esecuzione di tradizione ottocentesca).

    Io sono tra quelli che ritengono il testo sia costituito dall'incrocio di spartito+prassi, e quindi molte delle opinioni che tu esprimi sul Pollini esecutore di Chopin mi possono trovare in accordo (ma ce ne sarebbero anche altre di osservazioni da fare). Non a caso a Pollini preferisco di molto l'ottocentesco Horowitz suddetto, appunto. E negli studi gli preferisco nettamente l'intento poetico, ad esempio, di un Ashkenazy (un neoclassico particolare)) o di un Cortot (che neoclassico non è per nulla, ovviamente). Anche perché la tradizione dello Studio come pezzo di bravura è autentica, ma Chopin non vede in questo modo i suoi studi, li vede invece come un fatto artistico. Ma valgono anche le tue osservazioni (forse ancor più) per il Pollini esecutore di Mozart, o di Beethoven, giacché ci siamo.

    Con tutto questo, l'atteggiamento di Gould nulla c'entra a mio parere. E nulla c'entra con Gould nemmeno le libertà testuali che si prendeva Rachmaninoff.

    Rachmaninoff si prendeva le libertà che la generazione pianistica ottecentesca considerava prassi e diritto imprescindibile dell'esecutore (anche se all'altezza cronologica di Rachmaninoff già la nuova visione neoclassica dell'interpretazione stava violentemente criticando questa prassi e criticando lo stesso Rachmaninoff). Questa prassi ottocentesca era la diretta disecndenza della prassi del primo ottocento, la stessa prassi che per diversi rami la filologia sta recuperando (ad esempio le oscillazioni agogiche, la libertà nell'interpolazione del testo, ecc. ecc.), ma certo applicata in modo inconsapevole, non storicistico, come invece sta facendo la filologia moderna.

    Quando Rachmaninoff forza il testo non lo fa mai dimenticando l'autore che sta suonando, e ciò che lo contraddistingue rispetto all'universo estetico che lo circonda. Non è una concezione storicistica, filologica (ovvio) dell'autore, ma una concezione attualizzatrice dello stesso: nel testo vediamo ed esprimiamo ciò che la nostra epoca può vedervi nel riconoscersi in esso. E ne poniamo in ombra ciò in cui la nostra epoca non più si riconosce. Ma pur ponendolo in ombra, non lo obliamo, non lo annulliamo. Questo fa Rachmaninoff con Chopin, ad esempio. Questo fa ad esempio l'ultimo Arrau in Mozart, per fare un altro esempio (pur Arrau essendo tradizionalmente un esecutore neoclassico in senso rigoroso: ma proprio con la sua integrale sonatistica mozartiana l'ultimo Arrau uscirà fuori per molti versi - seppur non tuti - dalla interpretazione neoclassica vera e propria, allo stesso modo in cui lo fece l'ultimissimo Backhaus con Beethoven).

    Tutto questo nulla c'entra, dicevo con Gould.

    Quando Gould si pone alla ribalta del panorama pianistico internazionale, esiste già l'approccio filologico al testo (recupero della prassi e recupero del testo originale). Eppure rispetto alla filologia, Gould è un uomo dell'ottocento, nel senso che usa testi non attendibili e ignora del tutto la prassi esecutiva d'epoca (ad esempio taglia tutti o quasi tutti i ritornelli in Bach.... perché mai i avrà scritti costui?). L'unico aspetto para-filologico che interessa a Gould è il ricupero del timbro dello strumento antico sul pianoforte, e null'altro. Al tempo stesso, essendo un uomo formatosi nel novecento (ovvio!) ignora completamente la prassi ottocentesca che forniva libertà all'interprete, ma anche connotazioni stilistiche certe e comunque, in fin dei conti, un contatto con la prassi esecutiva - contatto per tradizione - del periodo cui risalgono gli autori che frequenta (era il caso di Rachmaninoff). E non è nemmeno un neoclassico, perché altera e piega il testo ad ogni arbitrio possibile.

    SE vogliamo, in questa ottica Gould è uno sradicato, un isolato. E' fuori dal suo tempo sia per la lontananza dalla filologia, sia per la lontananza dal neoclassicismo, e non è un uomo di recupero di prassi tardo ottocentesca, quindi è uno sradicato anche riguardo alla tradizione interpretativa precedente. Certo, ha genio, cioé sfrutta queste "lontananze" culturali da tutto ciò che lo circonda per porsi in maniera originale rispetto al testo. Ma veicola una libertà al testo che è del tuto arbitraria: non risponde alla prassi, non risponde alla filologia, per molti versi non è interessata nemmeno all'autore.

    Lo dicono tutti coloro che hanno lavorato con Gould in sala di registrazione: Gould si sedeva, registrava varie versioni di un movimento, di una sezione della composizione, ognuna radicalmente diversa dalle altre. Quando aveva esaurito l'estro, sceglieva quella che gli piaceva di più sulla base del suo gusto personale.

    Cosa succede quindi quando si ascoltano queste registrazioni? Ti faccio solo qualche esempio, perché la casistica sarebbe ampia, ma anche tediosa. Gould è allergico al legato, sembra gli repella fisiologicamente. Mi domando: come si può eseguire un Beethoven privo di legato? Quando Beethoven stesso commentando i musicisti di scuola mozartiana alla tastiera li tacciava di vecchio stile perché eseguivano un suono né staccato né legato ed ipotizzava un uso diffuso del legato, ed un uso dello staccato per puro contrasto? Quando le partiture di Beethoven sono ricche di contrapposizione tra passi eseguiti in staccato e passi eseguiti in legato, ed a volte ripetizione di una sezione prescritta in staccato alla prima apparizione e quindi ripetuta con prescrizione legato, come posso eseguire tutto staccato? Oppure, come posso pensare che solo laddove sia esplicitamente prescritto devo eseguire legato? Certi tempi ridoliniani a quale gusto estetico corrispondono? Che risposta trovano nel testo?

    Non si tratta di esprimere cose interne al testo, non si tratta di interrogarsi sulla volontà dell'autore, in questo caso si tratta di venire incontro alle idiosincrasie di Gould. Per voi sarà genio, quello di Gould: sono contento per voi. Per me spesso quello di Gould è limite. Limite che non disvela nuovi aspetti del pianismo beethoveniano, si limita a celarne al contrario alcuni non proprio secondari. ED il fatto che qualche passo sia notevole, non riesce a far fronte al deficit dell'impianto complessivo. Meraviglia, a volte stimola, fa sempre riflettere Gould. Ma non è detto sia migliore di altri. Affatto. E non è che cambiando autore cambi di molto la bisogna.

    In Haydn il discorso sarebbe lungo. Mi limto ad un solo aspetto: virtuosismo nell'Haydn tastieristico? Certo, se io ignoro le indicazioni agogiche del testo posso far diventare virtuosistica qualunque cosa, e certo non sono io a stupirmi del fatto che molti seguono la strada di "vivacizzare" l'Haydn tastieristico con velocità da centometrista. Ma pensare che questo disveli un aspetto del compositore per tastiera Haydn è un grosso errore di valutazione. A parte alcune opere - invero numericamente sparute - dedicate a concertiste del fortepiano nell'ultima fase della vita creativa, Haydn scrive musica da salotto per una corte che non aveva a disposizione virtuosi concertisti, ed egli stesso non era né un virtuoso né un concertista della tastiera. La lontananza dalla piazza concertistica spiega anche perché Haydn si convertirà al fortepiano in ritardo rispetto alla sua epoca, e solamente nelle ultime tre sonate scritte per la piazza di Londra (e per i pianoforti Broadwood) si produrrà in sonorità pianistiche fortemente connotate orchestralmente. Ma inserire il folle virtuosismo in molte sonate di Haydn non è svelare un tratto dell'autore, è far sfoggio emozionante di proprie capacità di esecutore. Il concertismo è anche questo (ma Gould fu concertista solo nella prima parte della carriera, per il resto fu registratore di dischi e basta visto il prematuro abbandono dei palcoscenici), ma purché non si voglia far passare questo per rivelazione della verità del testo.
    Mozart è un pianista concertista. Beethoven è un pianista concertista. Per loro il virtuosismo è alla base del concertismo e del successo. Haydn è estraneo a questo mondo: omologarlo agli altri due cela questa differenza, non la svela. Io preferisco l'interprete che la svela, non quello che la cela, questa realtà. O che magari, se vuole scuotermi col virtuosismo, in Haydn lo realizzi non accelerando i tempi forsennatamente, ma con le variazioni testuali delle riprese (ma dicevamo che Gould non si occupa di filologia).

    IL testo musicale tutto regge (possiamo anche suonare "Let it be" dei Beatles con arrangiamento Heavy Metal e funziona comunque), va poi visto se quello che mi arriva di quel testo ha per me valore artistico oppure no. Ed alle corsa furibonda di note staccate e suono costantemente perlato preferisco - e di gran lunga - l'approfondimento espressivo dei movimenti lenti da parte di Brendel (che riflette in Haydn la malinconia di certo pianismo protoromantico, e ne vede il precursore, ancor prima di Mozart, cosa che non ritrovo in Gould - in genere molto frigido in quei movimenti, anche se non sempre - e che a me sembra molto più significativa del resto) e la sua eleganza di tocco più che di velocità nei movimenti conclusivi (emblematico di un sonatismo da salotto e non da concerto), e la comicità alta, ironica, che niente ha da invidiare a quella di Gould. E ancor più mi piacciono le interpretazioni haydniane su strumenti antichi, citate nel mio "florilegio", laddove la dimensione privata, domestica, cameristica di molti di questi lavori tastieristici è ancora più evidente. E Badura Skoda e Gary Cooper, nei due dischi suddetti, distruggono sia Gould che Brendel, a mio parere archiviandoli nella preistoria polverosa dell'interpretazione di Haydn su tastiera (e Badura Skoda pur senza esibizioni virtuosistiche).

    Per meglio chiarire il rapporto testo/interprete/spettatore di Gould, spendo due parole. Gould teorizzò che con l'avvento della tecnologia digitale, la registrazione musicale diventasse un collage componibile dallo spettatore/ascoltatore. L'interprete avrebbe registrato, ad esempio, quattro versioni di ogni movimento di una sonata, e l'ascoltatore avrebbe potuto scegliere l'esecuzione preferita della sonata "componendo" la stessa miscelando le esecuzioni - tra quelle proposte - che avrebbe preferito.
    Quindi per Gould il testo musicale è un cavonaccio, una traccia. Quello che conta è la soddisfazione dell'ascoltatore. In quest'ottica l'interprete in concerto è uno che soddisfa il pubblico senza peritarsi del senso, del valore estetico del testo. Addirittura nel disco l'interprete avrebbe dovuto scomparire, diventando una sorta di meccanico che si limita a non avere una sua visione dell'opera, ma a fornirne varie "possibilità" all'ascoltatore, che ha tutta la responsabilità assoluta - quindi - di ciò che sceglie di ascoltare.
    Quindi per Gould il testo è solo la base irrilevante del fatto concertistico, e quello che conta è il pubblico, e l'interprete in quanto colui che insegue il desiderio del pubblico. Il testo, come valore, esiste marginalmente:

    (testo) + interpete + PUBBLICO

    Con Liszt (che crea il concetto moderno di interpretazione) e con Rachmaninoff, invece, il pubblico è fondamentale, però il ruolo dell'interprete lo è pure, in quanto media tra le esigenze del pubblico odierno e le realtà del testo musicale passato. Ma il testo non scompare e non è ininfluente, viene modificato dall'interprete per essere inteso dal pubblico, ma in questo modo si salva, viene espresso, non è annullato nei suoi valori:

    Testo + Interprete + Pubblico.

    Col neoclassicismo, il rapporto era cambiato perché era stata negata l'esigenza del pubblico. IL testo è sacro e l'interprete deve esprimerlo per dovere nei riguardi dell'autore (!). Ma l'interprete si rivolge al testo così come è, e non si pone il problema della capacità di comprensione del pubblico, o se lo pone in termini secondari.

    TESTO + Interprete.

    la filologia, ha recuperato, ma in chiave leggermente alterata, il concetto interpretativo ottocentesco (Liszt, Rachmaninoff). Il testo è composto da testo + prassi, l'interprete è fondamentale perché applicando la prassi realizza una versione dle testo che è unica.

    TESTO (e prassi) + Interprete (applica la prassi) + Pubblico (interpretazione non è ripetibile, è unicum)

    Oggi forse si assiste ad un nuovo aspetto del concertismo, che Rattalino definisce postmoderno. Il pubblico ritorna protagonista perché quella esecuzione tiene inevitabilmente conto del pubblico come interlocutore perché il pubblico è complice dell'interprete a fini ludici. La musica esiste per il piacere del pubblico. Senza pubblico, senza spettatori, la musica non esiste. Si tratta della corrente che forse potrà salvare il concertismo moderno superato il fenomeno neoclassico e richiamando il pubblico - anche di non appassionati - alle sale da concerto.

    Testo + Interprete + PUBBLICO (che deve essere soddisfatto emotivamente, anche spettacolarmente)

    Di tutti questi modi di intendere il rapporto testo/interprete/pubblico, io preferisco il penultimo, valuto positivamente gli altri, detesto il primo (quello sottinteso da Gould). Ecco perché il mio giudizio critico negativo (e non banale ma molto, molto motivato) su questo artista. Che solo in Bach credo abbia autentiche carte da giocare, anche se gli preferisco comunque altri musicisti, di scuola filologica.

    MI fermo qui, per chi è sopravvissuto alla filippica (pensate, ho anche semplificato per sintesi!!! santa ).

    Nonostante quanto argomentato sopra, non mi permetterò mai di dirti Carlo che la tua posizione su Gould è banale - non foss'altro che per rispetto dell'interlocutore, ma anche perché non ritengo alcuna opinione banale a priori, e la tua nello specifico - ma dirò semplicemente che la tua opinione - valutando positivamente alcuni elementi che a me poco interessano o trovo negativi e non valutandone altri che a me invece più interessano - porta a conclusioni opposte alle mie. Ma dal mio punto di vista, non credo affatto di avere torto. Ed è una posizione cosciente, consapevole e motivata. E che non sono il solo ad esprimere, ammesso che l'essere in compagnia fortifichi una idea comunque di per sé valida.... Ma ciò nonostante, non è mio scopo darti torto, in senso assoluto: io pretendo solo per me il rispetto della mia opinione personale come paritetica - di pari dignità - rispetto alla tua.

    Ma teniamo ben lontani tra loro Gould, il neoclassicismo e la filologia, la personalità nel rispetto del testo (prassi o tradizione esecutiva) e l'arbitrio. Che sono tutti discorsi diversi e che non devono accavallarsi. Altrimenti ci sfugge qualche cosa.

    Ciao Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880

    P.S: sarei molto, molto interressato all'opinione di Emanuele sul Gould bachiano, per far quadrare il cerchio sul personaggio/musicista Gould.



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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 16:38

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:
    P.S: sarei molto, molto interressato all'opinione di Emanuele sul Gould bachiano, per far quadrare il cerchio sul personaggio/musicista Gould.


    Del tutto negativa, come ben sai dal momento che questa discussione riprende una vecchia polemica (si fa per dire..). Sai anche che faccio parte dei "Pollini", per usare un tuo termine e che ritengo ancor oggi Pollini insuperato nella interpretazione di Chopin. Quindi mi colloco in una posizione ancora più reazionaria.
    Per JSB il discorso è più articolato, a mio parere. La continua diatriba su quale strumento utilizzare nei suoi lavori per tastiera è veramente disarmante . E' un falso problema, dato che Bach vuole dimostrare solo cosa si può fare con la "Temperatur" e la tastiera non è un fine ma un mezzo. Eseguire il cosiddetto "Clavicembalo ben temperato" con l'organo può forse essere una forzatura, ma non un errore. Forse Bach preferiva eseguirlo con il clavicordo, da lui molto amato, ma il clavicembalo, dal suono più potente è da me senz'altro prediletto.
    Tutt'altra cosa è il discorso del pianoforte: checché se ne dica (ma vorrei sentire anche Carlo) esiste un problema tecnico insuperabile: la mancanza, nel pianoforte di congegni propri del cembalo, come ad esempio il raddoppio del basso in ottava, rende impossibile interventi esecutivi di importanza strutturale e non formale, obbligando il pianista ad aggiustamenti e/o compromessi e quindi snaturando la rigorosa lettura della partitura..Questo, per me, taglia la testa al toro, anzi a Gould..
    Per questo mai ho amato le esecuzioni al piano, di qualunque esecutore, dei lavori per tastiera bachiani. Se a questo aggiungiamo le "intemperanze" di Gould ed il diversissimo colore del pf che mal si amlgama con i timbri degli archi barocchi nei concerti per clavi..
    Diverso il discorso su Gould interprete di altri grandi Compositori..ma aspettiamo la risposta di Carlo al quale do' il benvenuto nel nostro piccolo spazio.


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 16:52

    Ma diverso il discorso in altri grandi compositori perché lì ti sembra che Gould rispetti il testo, o perché lì il problema dello strumento non si pone? Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 98542

    Credo che sia difficile ammirare un Pollini e poi stimare l'approccio interpretativo di Gould... fermo restando che non stiamo parlando di verità ma di preferenze....

    Avendolo dimenticato in preda alla foga del discorso, dò anch'io il mio benvenuto a Carlo Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880 .... purché non mi accusi più di banalità Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 424797 ...


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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 17:08

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:Ma diverso il discorso in altri grandi compositori perché lì ti sembra che Gould rispetti il testo, o perché lì il problema dello strumento non si pone? Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 98542

    Credo che sia difficile ammirare un Pollini e poi stimare l'approccio interpretativo di Gould... fermo restando che non stiamo parlando di verità ma di preferenze....

    Volevo sentire Carlo, ma posso anticiparti che a mio parere il rispetto testuale per Gould, in tutte le sue interpretazioni, è una delle tanti opzioni e nemmeno la più frequentata.
    SE un "polliniano" accetta ben volentieri alcune esecuzioni (NON bachiane) è solo perché scavano nello spartito alla ricerca di inusuali, direi sperimentali interpretazioni. Il che, per certi versi, può essere molto interessante. Certo, alla fine bisognerebbe verificare cosa resta dell'originario spartito..e delle intenzioni del compositore.. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 650957


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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 17:14

    Credo ci sia una comprensibile iniziale difficoltà di comunicazione ma non intenzionalità nelle parole di Carlo.
    Come al solito, aggiungi dopo aver postato.. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 424797 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 650957


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 17:18

    ema49 ha scritto:Credo ci sia una comprensibile iniziale difficoltà di comunicazione ma non intenzionalità nelle parole di Carlo.
    Come al solito, aggiungi dopo aver postato.. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 424797 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 650957

    Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355

    E' che non penso mai al fatto che mentre io aggiungo, tu magari stai rispondendo Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355

    Scusami!!! Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355

    Tu invece stai migliorando, non doppi più gli interventi. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 650957

    Comunque sia chiaro: anch'io trovo Gould spesso interessante. E' solo che spesso non mi sento di consigliarlo proprio perché del testo originario si perdono troppo le tracce, a mio parere.... in molti spartiti l'arbitrio è inoltre previsto, ma a volte, veramente, nell'intento di sperimentare, ho l'impressione che Gould butti via bambino e acqua sporca.... Credo inoltre che molti fortepianisti in Mozart come in Haydn facciano oggi piazza pulita di ogni rivale....


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    Messaggio Da Fausto Sab Mag 14 2011, 17:25

    Eccomi, ci sono.... Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 85816 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 85816
    Diciamo che sono presente....

    @Carlo: ti ringrazio molto per le segnalazioni unite a spiegazioni e commenti che aiutano a coinvolgere.
    Come amo fare ascolterò con calma senza dimenticare di riferire poi le mie impressioni.
    Anch'io mi associo a Gian nel darti il bentornato di iscritto sia come persona che per le tue opinioni.

    @Vito: sai che leggo sempre volentieri i tuoi post che sino ad ora mi sono stati di grande aiuto.
    Si è aggiunta una nuova ed interessante opinione in questo argomentare di Classica.
    E' inequivocabile segno dell'ottimo livello culturale ormai raggiunto nel Gazebo.
    Ottimo livello al quale si è arrivati argomentando in sintonia, oppure in contraddittorio, ma sempre nel ripetto delle personali opinioni altrui mai banali e di pari dignità.
    Hai, secondo il mio modesto parere, fatto bene a ricordare questo fondamentale aspetto che mi sento di condividere in toto.

    Attendo anch'io il parere di Ema.

    Un sincero saluto ad entrambi.
    Ciao. sunny sunny sunny


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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 17:30

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:
    Tu invece stai migliorando, non doppi più gli interventi. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 650957


    Trattasi del miglioramento che sempre precede il rimbambimento totale..Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 650957

    Vero è che oggi (ma anche ieri) c'è di molto meglio nell'ambito interpretativo. Rimane il fatto che Gould è stato un interessante sperimentatore che ha aperto nuove vie inesplorate e ancora, in qualche modo, attuali.


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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 17:41

    Fausto ha scritto:
    Attendo anch'io il parere di Ema.

    Un sincero saluto ad entrambi.
    Ciao. sunny sunny sunny

    Sei arrivato tardi, Fausto.. Laughing
    già fatto, qualche post più su.. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 625723


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    Messaggio Da Fausto Sab Mag 14 2011, 18:03

    ema49 ha scritto:
    Fausto ha scritto:
    Attendo anch'io il parere di Ema.

    Un sincero saluto ad entrambi.
    Ciao. sunny sunny sunny

    Sei arrivato tardi, Fausto.. Laughing
    già fatto, qualche post più su.. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 625723

    Ema,
    in effetti mi sono accorto tardi, ovvero ad "invio" pigiato.... Embarassed
    Perdonatemi.... Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 509133
    Già non è facile e poi leggere solamente non mi piace.... Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 75961 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 75961
    Ecco che combino qualche "piccolo" guaio....
    sunny sunny


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 18:34

    Comunque abbiamo un assetto molto vario di posizioni:

    Ema iper-filologico in Bach e neoclassico nel resto;

    Io iperfilologico in tutto, simpatizzante neoclassico in qualcosa, ove riconosco i pregi di questo approccio (Beethoven soprattutto); insofferente nei riguardi dell'arbitrio (dei pianisti citati come geni da Carlo amo solo Rachmaninoff perché gli riconosco i tratti della prassi ottocentesca, gli altri non li sopporto);

    Carlo ammirato anche dalla personalità dell'esecutore, agnosta in filologia forse (ma come prassi semmai, non come ricostruzione testuale).... ma Carlo ci saprà meglio dire...

    Non credo che Gian abbia opinioni nette in merito, e nemmeno i nostri più giovani acquisti di questa sezione... vedremo come procede la bisogna....


    Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Sab Mag 14 2011, 19:04 - modificato 1 volta.


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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 18:43

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:
    Ema iper-filologico in Bach e neoclassico nel resto;

    a proposito di Bach, non hai ancora postato le tue impressioni sulle Suites per vc solo nell'interpretazione di Rostropovich..lo sai che mi interessa molto il tuo parere..


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 18:51

    Con Bach sono un pò fermo... sto ascoltando del Mozart di cui magari vi racconto più in la... appena ritorno alle Suite ti saprò dire di Rostro, di cui come sai ho comprato il DVD.... ma per come ascolto io (un'opera, molte edizioni), ogni tanto devo cambiare autore....

    Spero di farti sapere a breve, Gian mi aveva dato il compito della VI Suite... Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880

    @Carlo: avevo dimenticato di dirti che per me l'Appassionata per eccellenza è quella di Richter... tutte le altre sono impari... Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880


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    Messaggio Da carlo Sab Mag 14 2011, 19:25

    ema49 ha scritto:
    Pazzoperilpianoforte ha scritto:
    P.S: sarei molto, molto interressato all'opinione di Emanuele sul Gould bachiano, per far quadrare il cerchio sul personaggio/musicista Gould.

    E' un falso problema, dato che Bach vuole dimostrare solo cosa si può fare con la "Temperatur" e la tastiera non è un fine ma un mezzo.

    Guarda, io la risolvo fra me e me, pensando che il WTK non è stato scritto per organo stativo, clavicordo, clavicembalo, spinetta, Bosendorfer o Hammond. E' stato scritto per le dieci dita dell'homo sapiens; il sistema temperato, e la tastiera che lo realizza sono ambedue un corollario seguente.

    Sviatoslav Richter e Gustav Leonhard, quindi, alla fine, suonano il medesimo strumento.
    Per sua sfortuna, Leonhardt si trova per le mani un clavicembalo, il suono del quale, come ci dice Richard Strauss, fa venire in mente due scheletri che si accoppiano su un tetto di lamiera... Laughing

    Cmq, io preferisco Scott Ross sul clavicembalo, e, ovviamente, Richter (indifferentemente studio e live) e Gieseking sul pianoforte. Mi piace molto Mustonen fra le incisioni DDD.

    Quanto a Glenn Gould e al suo Beethoven, Vito... se mi dici che non ti piace, che è una questione di pelle, di empatia, di mood, ti abbraccio e non c'è bisogno di altra considerazione.

    Ma se inizi a costruire un percorso analitico, a mettere insieme dei razionali e a raccogliere argomenti per arrivare alla conclusione che il Beethoven di Gould è "gratuito, sconclusionato, insensibile, fuori stile, e quindi detestabile", è come se cercassi di dimostrare che Dante Alighieri era uno che scriveva filastrocche rimate. O che Maradona è stato un mediocre calciatore ed un perdente solo perché "faceva i gol con le mani e sniffava cocaina". Insostenibili le conclusioni, non esistono argomenti. Anche perché il discorso "legato-non legato", insomma, bastano 2 secondi dell'inizio dell'op.26 per destituirlo di fondamento.

    Comunque guarda, per risolvere la questione sai come si fa? si prendono un po' di integrali di Beethoven, un paio di volumi Henle (sai chi ha curato l'ultima urtext betoveniana per Henle? Murray Perahia... grandissimo affraid) un pomeriggio pigro, ci si mette ad ascoltare, a legger la musica, a bere qualcosa nel frattempo. Poi la sera si esce a cena, e si continua a discutere.
    Alla fine nessuno cambierà la propria idea, ma almeno si è passata una bella giornata, no?

    A disposizione
    Ciao
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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 19:53

    La questione del legato, in Beethoven, non mi sembra proprio secondaria, così come la questione della pedalizzazione... mi sembra che su entrambe l'atteggiamento di Gould sia deciso ed alquanto arbitrario.

    Poi se tutto ciò che non c'è nel testo non esiste... allora sei più neoclassicista di Pollini (ma la pedalizzazione nel testo c'è). Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 625723

    Poi, capovolgendo la frittata, se tu mi vieni a dire, nel solito pomeriggio di studio sull'edizione urtext (ma anche su tutti i libri conteneti paginate e paginate di studi sulla prassi esecutiva e sulle indicazioni di Ludwig in merito, non ultimo magari anche gli scritti di Czerny o gli studi attuali di Rosen sulle sonate di Beethoven), che Gould ti piace comunque nonostante elimini la pedalizzazione e emargini il legato, allora il gusto è gusto e non si discute Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 775355 . Ma io continuerò a considerarlo arbitrario e tu un genio!

    Comunque , senza fare razionalizzazioni (che comunque amio parere non sono affatto non pertinenti come tu dici, tanto in Haydn quanto in Beethoven), ti dico che secondo me questo è Beethoven:



    E questo invece è un autore che non appartiene nemmeno al classicismo viennese e si chiama Glenn Gould:



    Questo è Haydn (resto al pianoforte per non urtare Strauss Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 625723 ):



    E questo è un signore che si chiama Glenn Gould:



    Comunque col discorso della spinetta e delle dieci dita dell'uomo, ho capito che avevo ragione!!! Sei un avversatore della prassi d'epoca (però, addirittura citare Strauss... altra epoca, no?). Allora siamo veramente al completo!

    Benvenuto Carlo! Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880



    Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Sab Mag 14 2011, 20:58 - modificato 1 volta.


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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 20:58

    carlo ha scritto:

    Guarda, io la risolvo fra me e me, pensando che il WTK non è stato scritto per organo stativo, clavicordo, clavicembalo, spinetta, Bosendorfer o Hammond. E' stato scritto per le dieci dita dell'homo sapiens; il sistema temperato, e la tastiera che lo realizza sono ambedue un corollario seguente.

    Sviatoslav Richter e Gustav Leonhard, quindi, alla fine, suonano il medesimo strumento.
    Per sua sfortuna, Leonhardt si trova per le mani un clavicembalo, il suono del quale, come ci dice Richard Strauss, fa venire in mente due scheletri che si accoppiano su un tetto di lamiera... Laughing

    Cmq, io preferisco Scott Ross sul clavicembalo, e, ovviamente, Richter (indifferentemente studio e live) e Gieseking sul pianoforte. Mi piace molto Mustonen fra le incisioni DDD.



    Se vogliamo suonare e divertirci potremmo anche usare la pianola..basta accontentarsi. D'altra parte, chi può mettere in dubbio le parole del grande eroe Richard. Noi?..sia mai!
    Per puro caso, il suonatore di scheletri trombanti - Leonhardt - è il mio preferito nel Ben temperato. NESSUN pianista riesce a dilettarmi..che ci vuoi fare, sono vecchio e tradizionalista.
    Io sarò a Firenze nella seconda metà di Giugno. Se vivi da quelle parti possiamo incontrarci e scambiare qualche impressione.
    Buona serata.


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 21:02

    veramente io non sono per niente tradizionalista e preferisco di gran lunga il clavicembalo

    Scusate, ma il Well Tempered Clavier non è stato scritto rigorosamente per tastiera col temperamento equanime? Come si fa ad eseguire il WTC su una tastiera con buon temperamento??? Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 98542 allora si che ti si rizzerebbero i peli sulla schiena per le stonature.... più che una conseguenza, una cosa che viene dopo, il sistema temperato mi sembra la premessa prima per l'eseguibilità del WTC ....

    Comunque all'epoca di Strauss dovevano avere veramente dei clavicembali in cattive condizioni...poverini... meno male che poi siamo migliorati nel restauro e nelle copie di buona qualità... Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880

    Ciao a tutti, Guelfi e Ghibellini, e buona domenica! sunny


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    Messaggio Da Fausto Sab Mag 14 2011, 21:14

    Ero indeciso se postare questa mia impressione oppure no.
    Alla fine ho deciso di scrivere due righe, comunque rispettose di opinioni e di persone, che credo possano meritare un attimo di riflessione.
    Nel concreto non vorrei mai che il 3D diventasse troppo difficile e non solo per neofiti.
    L'invito che rivolgo a Voi, Ema - Vito, è di pensare anche a noi.
    Comprendo la passione che mettete nel confrontarVi ma credetemi, seguire comprendendo ogni vostro intervento, non è facile.
    Forse Vi chiederete il perchè di questo mio sincero e cordiale invito oppure passerete oltre.
    Se sarete, come credo, così cortesi da porVi la domanda, la mia risposta è riportata qualche riga sopra.
    Ho citato solo Voi perchè, nel rispetto di tutti tra i quali anche molti amici, in Voi riconosco una competenza sul tema che è da ammirare.
    Per Carlo, spero non me ne voglia male, il mio pensiero rimane per ora in sospeso.
    Vero che pochi interventi hanno già lasciato un segno, ma vero anche che confido in altro suo argomentare prima di chiedere la stessa cortesia.
    Nessuna critica ma solo, spero comprendiate, tantissima umile volontà di apprendere.
    Un abbraccio.
    sunny


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Mag 14 2011, 21:19

    vai tranquillo Fausto. E' ovvio che confrontandoci con un nuovo forumer ci si confronti senza troppo pensare allo scopo divulgativo della questione.

    Però se vuoi sapere dell'approccio interpretativo di Gould e di quelli di altri interpreti che io ho altrove citato, ci sono già due brani che ti ho linkato di Beethoven ed Haydn ascoltando i quali ti puoi farti una idea di quello che noi stiamo spiegando con profluvi di parole...

    Calmati gli animi, torneremo a raccontarvi in maniera meno ostica.

    Buona domenica Fausto sunny .... se riesco domani il PC lo tengo spento!!!

    Ciao a tutti! Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880


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    Messaggio Da Fausto Sab Mag 14 2011, 21:55

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:vai tranquillo Fausto. E' ovvio che confrontandoci con un nuovo forumer ci si confronti senza troppo pensare allo scopo divulgativo della questione.

    Però se vuoi sapere dell'approccio interpretativo di Gould e di quelli di altri interpreti che io ho altrove citato, ci sono già due brani che ti ho linkato di Beethoven ed Haydn ascoltando i quali ti puoi farti una idea di quello che noi stiamo spiegando con profluvi di parole...

    Calmati gli animi, torneremo a raccontarvi in maniera meno ostica.

    Buona domenica Fausto sunny .... se riesco domani il PC lo tengo spento!!!

    Ciao a tutti! Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 39 285880

    Vito,
    sei sempre molto gentile.
    Domani vado alla Vinilmania in Milano e, almeno fino a sera, anche il mio PC sarà spento....
    Buona domenica anche a te....
    Buona notte a tutti!
    sunny


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    Messaggio Da pluto Sab Mag 14 2011, 21:59

    Partiamo dalla fine dell'intervento di Carlo:
    - m è piaciuta molto la sua educata e civile conclusione.

    - visto che nessuno ha chiesto il mio parere, da ignorantone ve lo do lo stesso:
    intanto sembro essere l'unico qua che riesce a gradire sia il Bach suonato su cembalo sia su pianoforte. Ultimamente poi l'ho ascoltato anche suonato da un trio jazz (anatema) - mi è piaciuto pure quello (x inciso Jacques Loussier trio - Telarc)

    - credo che nessuno di noi, figli e futuri nipoti, riuscirà mai a venire fuori dall'eterna diatriba del Bach al cembalo o al piano

    . Perrahia, se non era solo una battuta, mi sembra piaccia anche a Carlo. Se è così bene siamo in 2 ad apprezzarlo molto. Inoltre supportato da incisioni sempre molto valide
    A me piacciono molto i suoi concerti di Mozart ma anche quelli di Bach non mi dispiacciono. E sempre rimanendo sul piano Schiff e la Hewitt

    - Gould: a me piace su Bach e Haydn, Forse non tutto ma diverse cose sono superbe. Concordo sul suo ruolo centrale come scopritore/divulgatore in un certo senso di Bach (un pò come Casals ha fatto con le Suites). Ruolo che anche Vito ha giustamente riconosciuto. Forse non mi fa impazzire su Beethoven, ma confesso di non conoscere la sua Appassionata. Carlo mi ha incuriosito e cercherò di rimediare

    Sulla genialità o meno, direi che bisognerebbe intendersi. Penso che tutti i nomi che avete citato siano dei geni della tastiera -alcuni hanno lasciato segni indelebili altri meno, ma sul fatto che sappiano strimpellare, direi che non ci piove. Poi giustamente ognuno esprime delle preferenze (spesso in base ai propri gusti e anche ai dischi che ha o ascolta)
    Nonostante io abbia molti dischi confesso di non avere e quindi non conoscere i dischi di tanti artisti. Ma non si può avere o conoscere tutto
    (specie se uno non è un musicista o uno studioso oun appassionato molto specializzato.)

    La cosa che mi sorprende di più però, onestamente è questa nettezza di posizioni: o così o pomì. Lo dico senza nessuno spirito polemico. E' una giusta preferenza personale, ma mi sorprende lo stesso che si possa preferire o solo l'approccio filologico o solo l'uso del piano etc. Ma sono solo io ad ascoltare sia Leonhardt sia la Hewitt? Boh

    Ciao a tutti
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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 22:06

    Fausto ha scritto:Ero indeciso se postare questa mia impressione oppure no.
    Alla fine ho deciso di scrivere due righe, comunque rispettose di opinioni e di persone, che credo possano meritare un attimo di riflessione.
    Nel concreto non vorrei mai che il 3D diventasse troppo difficile e non solo per neofiti.
    L'invito che rivolgo a Voi, Ema - Vito, è di pensare anche a noi.
    Comprendo la passione che mettete nel confrontarVi ma credetemi, seguire comprendendo ogni vostro intervento, non è facile.
    Forse Vi chiederete il perchè di questo mio sincero e cordiale invito oppure passerete oltre.
    Se sarete, come credo, così cortesi da porVi la domanda, la mia risposta è riportata qualche riga sopra.
    Ho citato solo Voi perchè, nel rispetto di tutti tra i quali anche molti amici, in Voi riconosco una competenza sul tema che è da ammirare.
    Per Carlo, spero non me ne voglia male, il mio pensiero rimane per ora in sospeso.
    Vero che pochi interventi hanno già lasciato un segno, ma vero anche che confido in altro suo argomentare prima di chiedere la stessa cortesia.
    Nessuna critica ma solo, spero comprendiate, tantissima umile volontà di apprendere.
    Un abbraccio.
    sunny


    Scusa, leggo solo ora. Vito ti ha già spiegato i motivi per cui, talora, è difficile spiegarsi chiaramente. Rimedieremo...
    Buona Domenica, Emanuele


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    Messaggio Da Fausto Sab Mag 14 2011, 22:10

    ema49 ha scritto:
    Fausto ha scritto:Ero indeciso se postare questa mia impressione oppure no.
    Alla fine ho deciso di scrivere due righe, comunque rispettose di opinioni e di persone, che credo possano meritare un attimo di riflessione.
    Nel concreto non vorrei mai che il 3D diventasse troppo difficile e non solo per neofiti.
    L'invito che rivolgo a Voi, Ema - Vito, è di pensare anche a noi.
    Comprendo la passione che mettete nel confrontarVi ma credetemi, seguire comprendendo ogni vostro intervento, non è facile.
    Forse Vi chiederete il perchè di questo mio sincero e cordiale invito oppure passerete oltre.
    Se sarete, come credo, così cortesi da porVi la domanda, la mia risposta è riportata qualche riga sopra.
    Ho citato solo Voi perchè, nel rispetto di tutti tra i quali anche molti amici, in Voi riconosco una competenza sul tema che è da ammirare.
    Per Carlo, spero non me ne voglia male, il mio pensiero rimane per ora in sospeso.
    Vero che pochi interventi hanno già lasciato un segno, ma vero anche che confido in altro suo argomentare prima di chiedere la stessa cortesia.
    Nessuna critica ma solo, spero comprendiate, tantissima umile volontà di apprendere.
    Un abbraccio.
    sunny


    Scusa, leggo solo ora. Vito ti ha già spiegato i motivi per cui, talora, è difficile spiegarsi chiaramente. Rimedieremo...
    Buona Domenica, Emanuele

    Anche tu sei sempre molto cordiale.
    Il mio vuole solo essere un suggerimento.
    Buona domenica anche a te.
    sunny


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    Messaggio Da ema49 Sab Mag 14 2011, 22:43

    pluto ha scritto:Partiamo dalla fine dell'intervento di Carlo:
    - m è piaciuta molto la sua educata e civile conclusione.

    - visto che nessuno ha chiesto il mio parere, da ignorantone ve lo do lo stesso:
    intanto sembro essere l'unico qua che riesce a gradire sia il Bach suonato su cembalo sia su pianoforte. Ultimamente poi l'ho ascoltato anche suonato da un trio jazz (anatema) - mi è piaciuto pure quello (x inciso Jacques Loussier trio - Telarc)

    - credo che nessuno di noi, figli e futuri nipoti, riuscirà mai a venire fuori dall'eterna diatriba del Bach al cembalo o al piano

    . Perrahia, se non era solo una battuta, mi sembra piaccia anche a Carlo. Se è così bene siamo in 2 ad apprezzarlo molto. Inoltre supportato da incisioni sempre molto valide
    A me piacciono molto i suoi concerti di Mozart ma anche quelli di Bach non mi dispiacciono. E sempre rimanendo sul piano Schiff e la Hewitt

    - Gould: a me piace su Bach e Haydn, Forse non tutto ma diverse cose sono superbe. Concordo sul suo ruolo centrale come scopritore/divulgatore in un certo senso di Bach (un pò come Casals ha fatto con le Suites). Ruolo che anche Vito ha giustamente riconosciuto. Forse non mi fa impazzire su Beethoven, ma confesso di non conoscere la sua Appassionata. Carlo mi ha incuriosito e cercherò di rimediare

    Sulla genialità o meno, direi che bisognerebbe intendersi. Penso che tutti i nomi che avete citato siano dei geni della tastiera -alcuni hanno lasciato segni indelebili altri meno, ma sul fatto che sappiano strimpellare, direi che non ci piove. Poi giustamente ognuno esprime delle preferenze (spesso in base ai propri gusti e anche ai dischi che ha o ascolta)
    Nonostante io abbia molti dischi confesso di non avere e quindi non conoscere i dischi di tanti artisti. Ma non si può avere o conoscere tutto
    (specie se uno non è un musicista o uno studioso oun appassionato molto specializzato.)

    La cosa che mi sorprende di più però, onestamente è questa nettezza di posizioni: o così o pomì. Lo dico senza nessuno spirito polemico. E' una giusta preferenza personale, ma mi sorprende lo stesso che si possa preferire o solo l'approccio filologico o solo l'uso del piano etc. Ma sono solo io ad ascoltare sia Leonhardt sia la Hewitt? Boh

    Ciao a tutti
    Gian

    Gianni, sai come la penso sui gusti personali e su come si possa ascoltare la musica colta. Quando però si chiedono -giustamente- le motivazioni delle proprie scelte, il discorso diventa più complicato e le opinioni necessariamnete si diversificano.
    Tutto quì.
    Ciao, Emanuele


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