Koetsu chiude i battenti....

Ho letto che a fine marzo hanno annunciato la chiusura delle attivita' e dell'azienda: purtroppo perdiamo un altro marchio storico che ci ha accompagnato nella nostra passione   Chi ha una loro testina, se la tenga ben stretta......

https://forums.stevehoffman.tv/threads/koetsu-is-no-more.1198362/

Considerando il livello delle ultime produzioni non sarà una gran perdita ;)

Lo dicevo soltanto nel senso storico del marchio, io non ho mai avuto testine Koetsu, non saprei giudicare....

carloc ha scritto:Considerando il livello delle ultime produzioni non sarà una gran perdita ;)

Menomale che l’altra metà del mondo ti da torto ! 

Me incluso ovviamente ! 

Potevi dire tante cose belle e direi pure più opportune , riguardo un marchio che ha fatto la storia dell’hi-fi come pochissimi altri . 

La Denon 103 
La SPU Ortofon 
La Koetsu ( Red e Onix in particolare) 

NON SI TOCCANO ! Si possono Odiare od Amare , ma NON SI CRITICANO ! 

Non ho mai avuto Koetsu "storiche", ma ho avuto una Rosewood degli anni '90. Ottima testina, in effetti, ma la Umami Red odierna le è abbastanza superiore, per fare un esempio. Per i miei gusti, ovviamente!

Comunque concordo sulla tristezza che la chiusura di un marchio storico lascia negli appassionati. Così come è stato per Jelco...

Ho ascoltato la Black moderna e, onestamente, non mi è affatto piaciuta. In raffronto la "modesta" Hana ML la surclassava.

Anch'io non sono mai riuscito a trovare qualità particolari nella 103, testina certamente dotata di un ottimo rapporto Q/P ma come prestazioni assolute, per me, normali.

Ma probabilmente non l'ho mai ascoltata come si deve, come dirà Enrico.

Ho avute tante Koetsu negli anni e tante ne ho sentite da amici
Quelle vecchie avevano un bellissimo medio ma in pelo di roll off e basso in pelo lungo,quelle”moderne” sono nettamente migliori con un basso piu controllato e ottimi acuti
I corpi in pietra rispetto alle urushi e corpi on legno sono piu neutre,naturali e trasparenti
Senza parlare quelle con il cantilever in diamante ancora piu naturali
Conosco molto bene quella che aveva Pietro,80 anniversario e la signature che avevo,e quelle nuove sono meglio
La black l hanno fatta per avere una testina a catalogo piu economica
ma non era niente di che sia quella vecchia che quella nuova
Ho ancora una Koetsu Coralstone con cantilever in diamante
Mi sa che tra un po’ la metterò all asta

Tra i vari corpi on pietra esiste una piccola differenza nel suono
Le 2 meglio considerate sono la Blue Lace,considetara la più trasparente e la Coralstone la più naturale

Paragonandola alle altre testine che ho,è quella piu naturale in assoluto su quartetti di classica

Massimo ha scritto:Perchè non si criticano?
Io non ne ho mai avuto una, ma se l'avessi avuta mi sentirei in diritto di elogiare o criticare, certo non denigrare.

Quando si critica , bisogna farlo con cognizione di causa e non mi pare proprio che ciò sia stata espressa . 

Considero il mondo Analogico come la Pasticceria ,in ambito culinario , ha delle regole ben precise , dei dosaggi certi , se si vuole. Preparare un dolce della tradizione . Se si sperimenta diversamente si può giocare con tutto , ma in tal caso non credo si possano sancire giudizi . Così ragiono io . 

Ora far finta che degli oggetti mitici , a dir poco , possano essere malamente manipolati e giudicati , per di più quando nessuno , o quasi , può rispondere compiutamente , mi fa reagire con una certa determinazione nello spiegare il perché e per come …

Per giudicare una Koetsu bisogna innanzi tutto averla a casa propria , poi bisogna avere un buon giradischi , ma buono veramente , escluderei il 99 % della produzione Technics , PRO-JECT Rega et similia , poi occorre un buon braccio di massa medio alta , Dinsmico e che sappia supportare testine di almeno 35 g di massa , . POI bisogna utilizzare uno step up di valore assoluto , possibilmente Audi Tekne Koetsu Western Electric pochissimi altri , per lo più coevi alla testina utilizzata . POI bisogna utilizzare una RIAA il cui guadagno non sia superiore ai 37/40 db valvolare e valvolato con valvole di assoluto rilievo ( Mullard Telefunken Siemens e pochi altri ) . 
Essenziale poi che amplificazioni e diffusori siano in grado di fare emergere le nuances di cui sono capaci le Koetsu . 

Tu puoi dire che vuoi acquistare una Koetsu e giudicarla anche se non hai tutto quanto da me descritto , ed è vero e possibilissimo , infatti la maggior parte delle persone le giudicano così . Ma siccome io sono un TALEBANO dell’analogico , ci tengo a sottolineare determinati aspetti , e cioè quelli che possono inficiare il giudizio , ma soprattutto che proprio non permettono un giudizio sereno . 

Qui si legge di chi paragona una testa di 35 anni fa ad una in produzione “a memoria” e di chi addirittura la denigra paragonandola a misere testine Hana , che hanno il solo merito di portare la musica in casa di molte persone , non certo di fare qualità o la storia dell’hifi . Personalmente ho preferito una Glider low alla Hana red che costa 6 volte tanto . 

In rete puoi trovare decine e decine di recensioni di Koetsu , ti esorto a postare , qualsivoglia recensione in cui sia scritto che la Koetsu presa in esame suoni male , o sia inferiore ad una di costo pari od inferiore . Certamente c’è chi preferirà ascoltare con altre testine , perché gradisce un suono diverso , ma diverso non vuole dire sbagliato od inferiore . Ascoltare con un pianoforte Bosendorfer o con uno Yamaha fa più differenza che ascoltare con Koetsu Onix o con una Lyra Titan , per questo dico che si può odiare o amare ma non criticare . Ascoltare con una Hana economica e’ mantenendo la tipologia di confronto come ascoltare con l’organo Bontempi , che ha fatto felici molti ragazzini avvicinandoli alla musica .

carloc ha scritto:Ho ascoltato la Black moderna e, onestamente, non mi è affatto piaciuta. In raffronto la "modesta" Hana ML la surclassava.

Credo che sia limitato il tuo impianto , nonostante tutto …

Forse ti servirebbe un’amplificazione , phono , preampli e finali in grado di poter rivelare le nuances della Koetsu ! 

Generalmente sai bene , che non faccio questo tipo di critiche ritenendo che se “piace a te” , contenti tutti … ma davanti a giudizi perentori , mi trovo a dover ribattere in egual modo . 
In particolare negli anni 90 entrarono a casa mia YBA pre 2 e 1 serie alfa , finale Yba 2 DT HC e 1 e 1 signature , poi sostituiti da dei finali con el34 assemblati da Claudio Perna con valvole finali EL34 … proprio perché ritenuti banalmente poveri di armoniche . 

Il phono poi è senza dubbio , in teoria l’elettronica più semplice da assemblare , peccato però che sia anche l’amplificatore che moltiplica più volte il segnale in ingresso di qualsivoglia altro componente e che gioca le sue carte fondamentali nella componentistica super selezionata . Avere un telecomando phono MM ed MC , diverse curve di equalizzazione , guadagni variabili ecc ecc non è certo iun buon presupposto di alta qualità , magari di versatilità si . Magari per saggiare le VERE capacità di certe testine Rivolgersi a brand come AN Shindo Kondo Audio Tekne non farebbe male per non confondere una banale Hana con una Koetsu . 

lalosna ha scritto:La cosa che colpisce di più è la capacità dei Jap di mantenere anche su marchi famosi e celebrati un forte orientamento artigianale/familiare, che fa premio su valutazioni economiche, cosa in Occidente difficile da immaginare

Semplice , perche per i giapponesi è un vanto ed un onore saper fare manualmente certi gioielli , mentre il resto del mondo guarda solo ai fatturati . Fanno eccezione pochi brand dell’alta moda francese ed italiana e pochi brand di orologi svizzeri .

Edmond ha scritto:Anch'io non sono mai riuscito a trovare qualità particolari nella 103, testina certamente dotata di un ottimo rapporto Q/P ma come prestazioni assolute, per me, normali.

Ma probabilmente non l'ho mai ascoltata come si deve, come dirà Enrico.

Basta che copi passo dopo passo il setup di Verdier , Shindo Hiraga e Auditorium 23 , che trovi sulle vecchie riveste Maiso de l’Audiphile . Così certe cose le trovi scritte non da me , ma certamente da personaggi più autorevoli sia di me che di te . 

Io quel setup l’ho ricreato e so di cosa parlo e parlano . Sei giovane di tempo ne hai anche tu …

Giovane è una parola davvero grossa, essendo prossimo al pensionamento... 

Ma se mi dici tu quali siano i passi, io mi fido assolutamente, anche se, magari, rileverò sensazioni differenti.

La catena Denon cosa prevede nel tuo setup? Escluso gira, braccio e pre phono, che  non vorrei acquistare per una sola testina... SUT Audio Tekné 4818 e Auditorium 23?

Nimalone65 ha scritto:
Credo che sia limitato il tuo impianto , nonostante tutto …

Enrico, tutto è possibile anche che la nuova Koetsu Black sia una testina, tutto sommato, non riuscitissima.

La Coralstone di Gianni immagino sia fatta di ben altra pasta.

pluto ha scritto:

lalosna ha scritto:La cosa che colpisce di più è la capacità dei Jap di mantenere anche su marchi famosi e celebrati un forte orientamento artigianale/familiare, che fa premio su valutazioni economiche, cosa in Occidente difficile da immaginare

certo, ma forse la cosa va anche oltre.
Nel mondo Jap la ricerca estetica di materiali, tagli, laccature e via dicendo è portata all'esasperazione. Per non parlare poi della filosofia dei movimenti etc etc (basti pensare al rituale di un the o al taglio del pesce e alla preparazione dei vari Sushi sashimi & Co)

Una Koestu Jade difficilmente poteva essere prodotta dalla Ortofon o dalla Shure che hanno certamente avuto numeri diversi. L'artigiano era più un gioielliere che un tecnico

Non avendole ascoltate o provate tutte mi sono sempre domandato se effettivamente ci fosse un miglioramento sensibile anche all'ascolto oltre che alla maggior bellezza data dalla rarità ed esoticità del materiale esterno

Comunque sia è sempre triste quando un'azienda chiude. Ma magari troveremo anche in questo caso, l'olandese di turno, che le rimetterà in produzione come è accaduto x Kiseki

Ecco, appunto, Eye-Fi … lo stesso concetto del mangiare con gli occhi.

Buona musica

Enzo

Nimalone65 ha scritto:...Fanno eccezione pochi brand dell’alta moda francese ed italiana ...

si, quelli che si fanno fare le borsette da cinesi schiavizzati alle porte di Milano pagandole poche decinedi euro e poi le rivendono in Monte Napoleone, che è sempre a Milano qundi con catena distribuzione mooolto corta, a 1000 o più